La Comunità di Belluno acquistò nel 1428 a San Boldo da Antonio Tatulino di Trichiana una casa coperta a paglia con annessi tabià, stalla e curtivo per 150 lire. Al momento attuale l’instrumento di compravendita, rogato dal notaio Antonio Doglioni, è l’atto notarile più antico riguardante San Boldo.
Nel 1470 Marco da Polpet ottenne licenza di aprire a San Boldo un’osteria – hospitia. È noto che fin dal Medioevo non solo lungo le strade di maggior passaggio, ma anche in zone più isolate, lontane da paesi e poco ospitali, come ad esempio i valichi montani, o comunque in aree strategiche, venivano istituiti degli hospitia, che servivano come osteria, albergo per i pellegrini e viandanti e ricovero per ammalati.
Fino all’inizio del ‘900 l’antica Muda-osteria di San Boldo era rimasta sostanzialmente la stessa del Quattrocento, purtroppo dopo la guerra fu sottoposta ad un restauro che fece sparire ogni traccia delle tre arcate del pianterreno e delle bifore quattrocentesche del primo piano. In ricordo dell’antica costruzione restano comunque i tre stemmi in pietra.
Oggigiorno l'osteria è riconosciuta come l'osteria più antica del Veneto.