
Nei suoi diversi aspetti, la musica consente di effettuare viaggi di reale dimensione in luoghi, sonorità e lingue, paesaggi diversi.
È questo ciò che offre Irmos Ensemble, gruppo femminile dedito al repertorio di più antica tradizione cristiana sviluppatosi nelle terre d’Oriente: un vero viaggio.
Una ricerca imprescindibile dalle specificità linguistiche, ossia dall’essere prima ancora che musiciste, madrelingue, in grado dunque per nascita di intonare canti creati nei contesti liturgici in particolare bizantino, greco, ortodosso, ma anche georgiano e serbo.
Un canto in forma talora monodica altre volte polifonica, ma sempre senza il sostegno di strumenti musicali, aspetto questo che lo rende particolarmente toccante, e certo peculiare nei confronti della tradizione occidentale, che a partire da poco dopo il Mille integra sempre più stabilmente la prassi vocale con quella strumentale.
Ambito prediletto del canto cristiano orientale sono i monasteri ortodossi, che sorgono numerosi in epoca medievale in Grecia, Ucraina, Russia.
Contesti nei quali il canto intonato è aspetto fondante e centrale della celebrazione liturgica, unitamente ai passi scelti dalle Scritture, cantillati dal celebrante.
Non è tanto il commento a quest’ultime che ne determina il carattere quanto la contemplazione uditiva che nasce dall’ascolto di linee melodiche a voce sola, su bordone, a intreccio polifonico che, quasi fermando il tempo, consentono di sostare di fronte all’iconostasi, permeandosi della luce che ne emana.
Luce e suono, occhio e orecchio in armonica alleanza: questo è ciò che tale antichissima tradizione restituisce oggi a chi sente il desiderio di intima reale connessione tra sé e il divino.
Ingresso libero offerta consapevole.