Il Museo Maschere Dolomitiche di Gianluigi Secco è situato all'interno del quattrocentesco palazzo Secco di Borgo Piave, uno dei pochi edifici della città di Belluno ancora affrescato esternamente, che rispecchia tutte le caratteristiche dei palazzi veneziani, anche se con dimensioni più contenute dovute al clima bellunese.
Abitato dal 1779 agli anni '80 del Novecento dalla famiglia Secco, battirame di Sacile, appartiene oggi ad un'impresa di Castelfranco Veneto che ha sposato il progetto di creare un polo culturale di riferimento extra provinciale per quanto riguarda i carnevali dolomitici di Gianni Secco. Così, per una pura casualità la sua collezione ha trovato casa su un palazzo con lo stesso cognome.
Gli spazi espositivi del museo raccolgono nello specifico manichini, volti lignei, quadri e tavole.
La prima e la seconda sala del museo ospitano parte del corteo comeliano con i manichini dei Matazin, una Matazera e due Paiazi. Il quarto e quinto spazio, fanno dialogare i manichini dei carnevali di Rivamonte, Lozzo di Cadore, Val di Zoldo, Sappada, Valle del Biois, Laste di Rocca Pietore e Falcade per un totale di 14 manichini esposti su 30 totali della collezione.
Nella seconda sala del museo, inoltre, si trova una scala originale in legno che ospita una trentina di volti lignei eseguiti da diversi scultori quali Beppino Lorenzet e Pietro De Martin. L'esposizione non segue un ordine preciso perché l'antropologo Cesare Poppi ha indicato che il carnevale è confusione ed è quindi opportuno disporli in ordine sparso; la collezione completa prevede 56 volti.
Nella seconda, terza e quarta sala, infine, si trovano i canrnevali descritti da vari pittori attraverso l'arte. Nello specifico si vedono 14 quadri di Franco Fiabane che danno una panoramica completa di tutte le vallate, 8 tavole di Claudio Nevyjel, una tavola di Olga Riva Piller con un focus sul carnevale di Sappada e 4 quadri di Vico Calabrò.
Il Carnevale è una festa molto sentita in quasi tutta la Provincia di Belluno: la presenza di figure allegoriche caratterizzate spesso da costumi semplici e maschere o volti dipinti, rappresentano in maniera del tutto autentica antiche usanze contadine.