Il Muvar - Museo dell’Uomo della Val Rosna, a Sovramonte (Belluno), inaugurato nel 2024 vuole raccontare il primo popolamento umano delle Alpi. Ricostruzioni e filmati approfondiscono tutti gli aspetti emersi dal ritrovamento della sepoltura del cacciatore del Paleolitico Superiore e soprattutto illustrano i primati che tale scoperta può vantare: la sua sepoltura e i suoi resti sono tra i più antichi sino ad oggi rinvenuti in area alpina, il corredo di pietre dipinte è uno straordinario esempio di arte funeraria e la sua dentatura rivela il primo caso di cura odontoiatrica della storia.
Dopo Ötzi, l’Uomo di Similaun (vissuto 5300 anni fa), e Valmo, l’Uomo di Mondeval (vissuto 8 mila anni fa), la “famiglia” degli uomini preistorici che hanno popolato le Alpi dà il benvenuto all’Uomo della Val Rosna, noto anche come Uomo di Villabruna, risalente a ben 14 mila anni fa, all’Epigravettiano, ultima fase del Paleolitico Superiore.
Era il 1987 quando Aldo Villabruna trovò, in un cantiere nel comune di Sovramonte alla confluenza tra i torrenti Rosna e Cismon, resti di ossa umane e una punta di freccia risalenti all'Epigravettiano, ultima fase del Paleolitico Superiore.
La notizia stupì il mondo scientifico e l'Università di Ferrara iniziò una campagna di scavi che portò alla luce tre ripari che sfruttavano la parete rocciosa, frequentati a più riprese nel corso della Preistoria.
Il Muvar propone un itinerario didattico–divulgativo che si avvale delle ultime tecniche di ricostruzione multimediale.
Le nove sale che costituiscono il centro scientifico approfondiscono gli aspetti legati alla sepoltura dell’Uomo della Val Rosna: dalla rappresentazione dei luoghi del ritrovamento, alle modalità di vita dell’uomo preistorico, fino alla particolare sepoltura, consentendo di conoscere da vicino l’antichissimo antenato e le sue abitudini.