Menzionata per la prima volta come plebe de Lentiago nel codice pergamenaceo del 1204, è stata eretta come baluardo del vescovado di Ceneda per la sua posizione strategica tra Belluno e Feltre nei territori del municipio di Lentiai, dell'antica contea di Cesana e le frazioni zumellesi sulla riva sinistra del torrente Treche, ad eccezione di Villa di Villa e Tiago.
La Chiesa è il risultato del restauro avvenuto dopo i danni causati dall’assedio durante la Guerra Cambraica (XVI sec.). L'edificio venne allungato verso ovest e allargato verso sud e vennero completati gli altari laterali.
Sarà proprio durante questo periodo che Cesare Vecellio dipingerà l'imponente soffitto ligneo a cassettoni.
Nel 1718 un incendio devastò l'antico campanile, del quale non rimasero in piedi che i muri; in seguito fu eretto l’altare della Madonna del Carmine, fu acquistato un altro crocifisso (forse scolpito da Andrea Brustolon) e fu sistemato il padiglione dell’abside.
Nel 1880 la chiesa fu dichiarata Monumento Nazionale, mentre nel Novecento vennero compiuti grandi cambiamenti per far posto ai numerosi fedeli. L’organo fu sistemato dietro l’altare maggiore, fu cambiato il seicentesco pavimento in pietra e vennero restaurati i riscoperti affreschi della navata centrale.
Tra le opere d'arte presenti troviamo il Soffitto Ligneo completato con l’intervento pittorico di Cesare Vecellio tra il 1577 ed il 1579. Le venti tavole presenti raffigurano le Storie della Madonna tratte dai Vangeli di Luca, Matteo, Giovanni e gli Apocrifi
Il portale bronzeo è stato realizzato nel 1992 dallo scultore bellunese Franco Fiabane a ricordo dei giovani lentiaiesi scomparsi tragicamente, mentre un’architettura realizzata ad affresco sopra le colonne ospita gli Apostoli recanti il libro ed il proprio attributo e contrassegnati dal nome riportato sulla mensola di base. Il ciclo è concordemente assegnato a Cesare Vecellio.
Alla fine della navata centrale troviamo il Polittico dell'Assunta, l'opera che dà il nome all’intero edificio religioso. Realizzato dalla bottega del Tiziano, raffigura 8 Santi dentro a strette nicchie mosaicate, mentre sulla parte superiore del polittico viene raffigurato il Cristo Morto attribuito alla mano di Cesare Vecellio. Particolare menzione va al San Tiziano vescovo che presenta dei possibili interventi da parte di Tiziano Vecellio.
Dal punto di vista architettonico, l’ambiente è composto da tre ampie navate divise tra loro da due colonnati a 5 campate ed un ampio presbiterio. Le colonne scolpite in pietra locale, sono coronate da capitelli a voluta semplice in stile medioevale. Numerose le altre opere contenute all’interno della maestosa chiesa di artisti come Francesco Terilli, Giovanni da Mel, Palma il Giovane, Luigi Cima, Pietro Liberi, Francesco Frigimelica ed Antonio Lazzarini.
La chiesa è sempre visitabile.