La chiesa, come la vediamo oggi, è frutto di una serie di ampliamenti, innalzamenti e ristrutturazioni avvenuti nel corso dei secoli. Anteriore al XV secolo, era una delle più ricche della zona e possedeva un importante patrimonio.
Dedicata a San Giacomo Maggiore apostolo di Gesù, all'interno conserva un vero palinsesto pittorico. L'Ultima Cena presente sulla parete sinistra è databile intorno alla metà del Quattrocento (1450) ad opera del Maestro di San Donato di Lentiai, mentre nel tema principale è raffigurata "La Vita e il Miracolo di San Giacomo il Maggiore” tratto dalla Leggenda Aurea, realizzato dai fratelli Giovanni e Marco da Mel nel 1520/1530 e da Lorenzo Paulitti nel 1560.
Seppure sopravviva circa la metà dell’originaria materia pittorica, l’opera ci trasmette un’attenzione naturalistica e una sicurezza del segno grafico del Maestro.
I pilastri a “candelabre” di una finta loggia sostengono illusoriamente un raffinato fregio sottotrave a grottesche, interrotto a intervalli regolari da clipei con busti di santi e poggiano su uno zoccolo continuo nel quale è simulata una finta tappezzeria a fasce bianche e rosse che tradizionalmente ornava gli interni.
Pregevole esempio dell’altaristica del primo Settecento sono il dossale ligneo e la cornice del paliotto di cui si osservino le piccole figure scolpite sui piedritti, interpretazione rustica dei santi titolari della chiesa.
Nel 1926 venne effettuato un importante restauro, ricordato dalla data posta sulla facciata. Gli affreschi furono restaurati nel 1963, mentre il sagrato fu ristrutturato nel 1992.
La chiesa è visitabile nei giorni di bel tempo, eventualmente ci si può rivolgere alla vicina Osteria Col De Rù.